Nudge e big data: la teoria del premio Nobel Thaler alla prova del digitale
Il premio Nobel per l’economia e teorico dei nudge, Richard Thaler

L’anno scorso ha vinto il premio Nobel per l’economia per le sue teorie comportamentali. Per l’Accademia delle scienze di Svezia, Richard Thaler, economista statunitense, ha avuto il merito di incorporare gli assunti della psicologia nell’osservazione di come la gente spende i suoi soldi. La base delle sue riflessioni è il concetto di pungolo (nudge). Una spinta che può essere applicata per migliorare il modo in cui si prendono decisioni che riguardano i propri risparmi, come Thaler stesso ha dimostrato applicando un pungolo per indurre a preferire una pensione sicura a soldi facili. È una teoria quanto mai attuale all’epoca dei big data. Strumenti in grado di dare molto potere a chi vuole spingere le decisioni. “Non c’è dubbio che i big data siano qui per restare”, ha detto l’economista, collegato dagli Stati Uniti durante l’ultimo Milano marketing festival.

Per Thaler, la conseguenza è che i big data, “come dimostrano gli strumenti che sono stati utilizzati per manipolare le elezioni, sono molto potenti”. Sono pungoli efficaci. Per il docente americano, nato nel New Jersey nel 1945, il caso di Facebook è un esempio emblematico. “Mark Zuckerberg ha iniziato a comprendere che Facebook ha molto più potere di quanto avesse capito o volesse ammettere”, spiega il docente. “I responsabili marketing devono imparare a utilizzare al meglio questo ammasso di dati”, riconosce il premio Nobel. Anche perché “nel tempo lo sviluppo responsabile acquista consistenza e le persone vogliono fare affari con chi dimostra responsabilità sociale”, aggiunge Thaler.

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All’apparenza l’economia comportamentale può sembrare un’applicazione di buon senso, ma la rivoluzione di Thaler sta nell’aver dimostrato scientificamente le correlazioni tra fenomeni psicologici ed economici. L’invito del premio Nobel è a concentrare queste applicazioni sui Millennials, che “hanno bisogno di aiuto per organizzare il proprio budget”. Thaler ha coniato lo slogan nudge for good, ma spiega: “Io non posso sapere cosa sia bene per le persone, ma possiamo monitorare i loro gusti e aiutarle a giudicare da sé”.


Fonte: WIRED.it